Teoria, le basi

Ok, un po' di teoria sulla vela, cominciamo dalle nozioni strabase, poi (tempo permettendo) cercherò di approfondire il discorso, iniziando a parlare di vela mettiamo subito dei paletti, un certo gergo è indispensabile, ma se in mare durante una tempesta è fondamentale capirsi subito senza problemi, al laghetto mi sembra assurdo esasperarlo, secondo me è solo mirato a risultare (vanamente) sciccosi, quindi vediamo subito alcuni termini che ci serviranno normalmente e poi se qualcuno vorrà parlare della sua "trozza" è liberissimo (sempre che la fidanzata non si offenda), io non lo farò e, tanto per saperlo, è il sistema di attacco del boma sull'albero.... 

Cominciamo quindi da zero:

Lo scafo

0 Scafo Il "guscio"
1 Prua Il "davanti"
2 Poppa il "dietro"
3 Opera viva E' la sezione di scafo immersa (al di sotto della linea di galleggiamento)
4 Opera morta E' la sezione di scafo fuori dall'acqua
5 Deriva  E' l'appendice posta sotto la barca
6 Timone E' il sistema di direzione

Il timone può avere l'asse davanti o spostato verso il centro, in questo caso avremo un timone "compensato", il disassamento aiuta in virata a compensare lo sforzo per ruotarlo, perché la parte anteriore all'asse ruoterà dalla parte opposta al resto e l'acqua offrirà su questa sezione una resistenza opposta a quella che farà nella parte posteriore limitando lo sforzo necessario sia sulla ruota nelle barche "vere" che sui servocomandi nelle nostre.

La deriva è sottile e allungata per offrire meno resistenza all'avanzamento e dare forte direzionalità allo scafo, impedendo di "scarrocciare", cioè spostarsi lateralmente sotto lo sforzo del vento e delle correnti e munita di un peso impedisce, o rende più improbabile, il ribaltamento (detto scuffia). Molto spesso (sbagliando) viene chiamata chiglia, che invece e' la trave principale longitudinale dell'ossatura dello scafo.

Come la deriva zavorrata impedisce la scuffia, è presto detto, la forza esercitata dal vento sulle vele tende a far sbandare (inclinare lateralmente) la barca, ma facendo questo sposta al di fuori del baricentro la zavorra, aumentando quindi la sua influenza sulla stabilità,quindi più la barca sbanda, maggiore è la forza a controbilanciare, ci aggiungiamo che inclinandosi la barca espone meno vela al vento, e quindi la forza per sbandare la barca diminuisce, alla fine queste due forze si compenseranno e la barca troverà un equilibrio "stabile", se per problemi questo equilibrio viene meno la barca scuffia a 90 o peggio 180 gradi, ovvero si corica su un lato con le vele in acqua e l'albero galleggia oppure si capovolge del tutto con l'albero sott'acqua.

Ultima cosa sull'equilibrio: può essere raggiunto per stabilità "di peso" o "di forma", nelle nostre barche vale principalmente la stabilità di peso come descritto sopra, invece per esempio nei pluriscafo vale quella di forma, nel senso che solo la larghezza della barca e lo scafo (o gli scafi) alzati sopravento determinano il controbilanciamento della forza del vento sulle vele ridotte dallo sbandamento.

 

ALLA PROSSIMA !

 (SE VI E' PIACIUTO DITELO AGLI AMICI, ALTRIMENTI ... FATEVI I FATTI VOSTRI!)