Lega Navale Italiana
Gruppo modellisti sezione di Ferrara

 

NAVI FAMOSE: STELLA POLARE

COSTRUIRE UN MODELLO PER NON DIMENTICARE LA STORIA DELLA NOSTRA ITALIA

Credo che essendo di chiare origini terricole fin da ragazzo il mare e le cose di mare mi hanno sempre attratto e affascinato, Un giorno ormai lontano, più di 30 anni fa, entrai nell’idea di costruire un modello navale. Con le scarse possibilità finanziarie di allora acquistai un disegno, un seghetto da traforo e un trapano a mano. Con i ritagloi di legno regalatimi da un falegname cominciai il lavoro procedendo con ostinazione, superando innumerevoli problemi e giunto al termine ero convinto di aver fatto un capolavoro. Di tanto in tanto mi soffermavo a rimirare il lavoro, ma dopo un po’ cominciai ad intuire che esistevano incongruenze marinare arrivando poi alla conclusione che il disegno di costruzione era scadente e lacunoso. Fu così che sentii la necessità di fare ricerche, studi ed entrare in contatto con altri modellisti. Il tempo poi ha trasformato in costante esigenza il saperne di più allo scopo di realizzare delle riproduzioni più vicine possibile alla realtà. Così tuttora prima di costruire un particolare mi chiedo:”che cosaè, a che serve, come funziona?” constatando poi che trovate le risposte il lavoro procede con minori problemi e maggiore soddisfazione. Dopo questo preliminare e premesso che di principio costruisco solo riproduzioni di natanti Italiani, Vi espongo brevemente il lavoro che da due anni mi appasiona: la realizzazione del modello riproducente la STELLA POLARE che ha portato la bandiera italiana al Polo Nord. L’idea è partita in una delle innumerevoli riunioni presso la sede della Federazione Italiana Navimodel a Milano dove è esposto un vecchio modello, dall’archivio tecnico della stessa ho avuto una copia dei disegni costruttivi realizzati in gioventù dall’ingeniere Curti. Finita una precedente costruzione ho cominciato con non molta convinzione a costruire lo scafo con il solito metodo delle ordinate ricoperete a fasciame. Procedendo nel lavoro sono cominciati innumerevoli interrogativi, così è scattata la molla che ha dato inizio ad una appasionata ricerca . Dopo molti insuccessi in occasione di una visita dell’amico Bonassi, studioso di un determinato tipo di imbarcazioni, ricevo diversi suggerimenti vengo a sapere che sta cercando di ridisegnare i piani della nave aiutato da un fortunoso ritrovamento di un vecchio libro narerante la storia della spedizione intitolato:”La Stella Polare nel mare Artico 1899-1900”. Cambio i luoghi di ricerca e con l’aiuto di muia figlia esperta nel settore bibblioteche incominciamo insperati ritrovamenti. A Fermo all’Istituto Geografico Polare S. Zavatta siamo accolti con estrema cortesia dal Prof. Libertini che ci conduce nella sala che accoglie i reperti della spedizione. Alla Bibblioteca Malatestiana di Cesena rintracciamo una rara copia del libro in edizione datata 1903. In via del tutto eccezzionale ottengo un breve prestito, contiene informazioni e preziose fotografie della nave fatte dal principe Amedeo di Savoia. A questo punto comincia lo studio di tutto ciò che è possibile rilevare dalle foto e con calcoli riproporzionali e molte ricerche su vari libri di tecnica navale procedo a ridisegnare e ricostruire correttamente tanti particolari e aggiundere quelli mancanti. Rilevato dalle foto una diversa forma della poppa mi è sembrato un lavoro impossibile e poco pulito apportare la modifica e quindi in teoria avrei dovuto rifare completamente lo scafo già terminato e verniciato. Giacchè questa parte della costruzione ha comportato molte ore di lavoro, onestamente non ho avuto il coraggio di ridisegnare il piano di costruzione e ricominciare tutto il lavoro da capo. Sono ormai a tre quarti dell’opera e procedo nella speranza di terminarlo in tempi ragionevoli per poter farlo vedere agli amici e discutere sui particolari e trasmettere loro le mie esperienze.

Filippo Manfron

 

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